Il settore delle proteine alternative torna a crescere, ma servono strumenti finanziari più adeguati
I dati più recenti mostrano che nel 2024 le aziende europee (non quotate in borsa ndr) attive nello sviluppo di alimenti a base vegetale, carne coltivata e fermentazione hanno raccolto quasi 509 milioni di dollari (470 milioni di euro) – segnando un incremento del 23% rispetto all’anno precedente.
30 April 2025

I dati più recenti mostrano che nel 2024 le aziende europee (non quotate in borsa ndr) attive nello sviluppo di alimenti a base vegetale, carne coltivata e fermentazione hanno raccolto quasi 509 milioni di dollari (470 milioni di euro) – segnando un incremento del 23% rispetto all’anno precedente.
Oltre a questi investimenti privati, le imprese del settore hanno ottenuto 68 milioni di dollari (63 milioni di euro) in finanziamenti pubblici e sovvenzioni, con un aumento del 137% su base annua.

Questo trend è significativo: dimostra che i governi iniziano a riconoscere l’importanza della diversificazione delle fonti proteiche per la sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, molte startup si stanno orientando verso forme di finanziamento più diversificate, riducendo la dipendenza dal venture capital che ha caratterizzato l’espansione del settore negli anni passati.
Per mantenere questo slancio, sarà fondamentale esplorare nuovi modelli di finanziamento e garantire che le istituzioni creino le condizioni giuste per sostenerli.
Fermentazione in forte crescita
Secondo i dati di Net Zero Insights (analizzati dal Good Food Institute nei suoi nuovi report sullo stato dell’industria), le aziende che utilizzano tecniche di fermentazione per produrre alimenti e ingredienti senza animali hanno continuato ad attrarre investimenti importanti.
Nel dettaglio, il settore della fermentazione di precisione – che impiega microrganismi come il lievito per ricreare sapori e consistenze simili a carne, uova e formaggi nei prodotti vegetali – ha raccolto 130 milioni di dollari (120 milioni di euro), più del triplo rispetto all’anno precedente.
Le aziende europee che operano nella fermentazione della biomassa – una tecnica simile alla produzione di birra o yogurt per ottenere grandi quantità di micoproteine dai funghi – hanno attratto 129 milioni di dollari (119 milioni di euro), con un aumento del 10%.
È incoraggiante vedere che molti dei principali investimenti nella fermentazione siano arrivati da enti pubblici, a conferma del potenziale del settore per promuovere un’economia circolare, valorizzando sottoprodotti agricoli per produrre alimenti.
L’European Innovation Council (EIC), nell’ambito del programma Horizon Europe, ha guidato un round di investimento da 58 milioni di dollari (54 milioni di euro) per sostenere l’espansione produttiva della tedesca Infinite Roots e il suo lancio commerciale. Lo stesso EIC ha anche investito 15,4 milioni di dollari (14,8 milioni di euro) nella startup spagnola MOA Foodtech, mentre il governo francese e la banca pubblica Bpifrance hanno finanziato Standing Ovation per la produzione di caseina tramite fermentazione di precisione.
Il trend positivo prosegue anche nel 2025: Formo (Germania) ha ottenuto un prestito venture da 36 milioni di dollari (35 milioni di euro) dalla Banca Europea per gli Investimenti, mentre la startup olandese Vivici ha raccolto 33,7 milioni di dollari (32,5 milioni di euro) per sviluppare capacità produttive a lungo termine.
Il plant-based cresce ma resta un settore immaturo
Nel 2023 il comparto europeo dei cibi a base vegetale ha registrato un’annata di raccolta fondi eccezionale, trainata però da investimenti in aziende quotate in borsa. Il caso più emblematico è quello della svedese Oatly, che ha ottenuto 425 milioni di dollari (391 milioni di euro) in due operazioni.
Tuttavia, escludendo questi casi straordinari e focalizzandosi sulle aziende private (non quotate in borsa) – che costituiscono la maggior parte dell’ecosistema plant-based – gli investimenti in Europa nel 2024 sono aumentati del 37%, raggiungendo i 181 milioni di dollari (167 milioni di euro).
Le aziende più innovative stanno cominciando a raccogliere i frutti del proprio lavoro di ricerca e sviluppo.
Heura (Spagna) ha ricevuto 43 milioni di dollari (40 milioni di euro) per migliorare il gusto e il profilo nutrizionale dei propri prodotti; La Vie (Francia) ha ottenuto 27 milioni di dollari (25 milioni di euro) per perfezionare i suoi salumi vegetali e lanciare nuove linee; THIS (Regno Unito) ha raccolto 25,5 milioni di dollari (23,5 milioni di euro) per ampliare la gamma.
Secondo il rapporto GFI sullo stato dell’industria globale plant-based, l’Europa si conferma il primo mercato al mondo per questi prodotti. I dati Euromonitor stimano che le vendite retail di carne, pesce, latte, yogurt e gelato vegetali abbiano raggiunto i 9,7 miliardi di dollari (8,9 miliardi di euro) nel 2024. Nel 2023, in Italia, il valore delle vendite al dettaglio di alimenti a base vegetale in sette categorie di prodotti in Italia è aumentato del 16,1% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2022.
La carne coltivata in cerca della scalabilità
Anche i dati relativi alle aziende europee che sviluppano carne coltivata sono stati influenzati da grandi operazioni avvenute nel 2023. Questo ha portato a una contrazione apparente degli investimenti del 59% nel 2024, attestandosi a 52 milioni di dollari (48 milioni di euro).
Molte aziende finanziate lo scorso anno, come Mosa Meat (Paesi Bassi), che ha raccolto 42,9 milioni di dollari (40 milioni di euro), e Meatable, che ha ottenuto 8,4 milioni di dollari (7,6 milioni di euro), erano impegnate nella fase di preparazione all’ingresso nel mercato.
È incoraggiante notare che un filo conduttore di queste operazioni sia proprio la commercializzazione, ma per far sì che il settore esprima tutto il suo potenziale è necessario diversificare ulteriormente le fonti di finanziamento e incentivare un maggiore coinvolgimento pubblico, seguendo l’esempio dei fondi erogati nel 2024.
Nuovi strumenti finanziari per la crescita
In Europa mancano ancora le infrastrutture necessarie per la produzione su larga scala di proteine alternative. La realizzazione di impianti dimostrativi o industriali può costare tra i 15 e i 250 milioni di euro – cifre irraggiungibili per le startup con il solo venture capital.
Per cogliere i benefici offerti dalla diversificazione proteica – in termini di sicurezza alimentare, sostenibilità e innovazione – è essenziale che i governi e le fondazioni sviluppino nuovi meccanismi finanziari.
Tra le soluzioni possibili: modelli di finanza mista, come garanzie, sovvenzioni, prestiti agevolati, leasing e strumenti per orientare il mercato. Anche le politiche di appalti pubblici possono svolgere un ruolo chiave, così come l’inclusione del food biotech nei programmi di credito di carbonio e il sostegno alle industrie correlate, ad esempio i produttori di bioreattori.
Misure come queste aumenterebbero la fiducia degli investitori, favorirebbero la diffusione di alimenti sostenibili tra i consumatori europei e contribuirebbero alla sicurezza alimentare, alla riduzione delle emissioni e alla transizione verso un’agricoltura più rispettosa della natura.
Consulta la sezione metodologia per vedere come abbiamo analizzato i dati sugli investimenti.
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