Borse di studio GFI 2025: ecco i prossimi innovatori europei nelle proteine alternative
L’ultima tornata del programma di finanziamento alla ricerca del Good Food Institute (GFI) dimostra che i ricercatori europei continuano a essere leader nel campo delle proteine alternative.
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9 gennaio 2025

Il nostro Research Grant Programme, lanciato nel 2019, ha l’obiettivo di stimolare la ricerca open-access, fornire una pipeline di talenti supportando la futura generazione di innovatori e sbloccare alcuni degli ostacoli tecnici che impediscono la commercializzazione di alimenti a base vegetale, carne coltivata e prodotti da fermentazione a prezzi accessibili.
Studi recenti hanno rivelato che la ricerca sulle proteine alternative sta crescendo a un ritmo impressionante. Questa crescita si riflette nel fatto la metà dei ricercatori selezionati per la borsa di studio di GFI di quest’anno svolgerà il proprio lavoro presso istituzioni o aziende europee.
Più di un quarto di tutti gli studi accademici relativi a questi alimenti sono stati pubblicati nel 2023 – 472, rispetto d appena 19 nel 2010 – mentre gli investimenti pubblici e filantropici hanno raggiunto la cifra record di 290 milioni di euro. L’Italia emerge come il paese europeo con il più alto numero di ricercatori (403) in questo ambito, nonostante la carenza di fondi dedicati alla ricerca in questo specifico campo.
I vincitori sono stati scelti a seguito di un rigoroso processo di revisione e alla pubblicazione di un bando (request for proposals – RFP) per progetti che espolarano tre aree chiave della produzione di proteine alternative.
Upcycling delle proteine vegetali
Gli attuali metodi di produzione alimentare producono grandi quantità di scarti che spesso vengono eliminati. Esistono però interessanti opportunità di trasformarli in ingredienti nutrienti e di qualità per la produzione di proteine alternative.
Ottimizzando i metodi di lavorazione per renderli più ecologici ed economici, le aziende produttrici di proteine alternative possono ridurre gli sprechi alimentari e aumentare l’adozione di queste fonti alimentari proteiche, in un’ottica di economia circolare.
Dott. Mehdi Abdollahi, Svezia
Il dottor Abdollahi, professore associato di Scienze dell’alimentazione e della nutrizione presso l’Università di Chalmers, punta alla crusca di frumento – un comune sottoprodotto della macinazione di questo cereale – come materia prima per la fermentazione delle biomasse.
Il suo progetto prevede l’identificazione dei microrganismi più adatti a riciclare la crusca, lo sviluppo di processi per il suo utilizzo nella fermentazione di biomasse, l’esplorazione del potenziale di questo ingrediente nei prodotti a base vegetale e la valutazione della scalabilità e della redditività economica di questo approccio.

Dott.ssa Petra Först, Germania
La dott.ssa Först, professoressa di Ingegneria dei processi alimentari presso la Technical University di Monaco, svilupperà un metodo di lavorazione ottimizzato per recuperare l’albumina inutilizzata proveniente da colture proteiche, come i piselli, per impiegarla degli alimenti a base vegetale.
L’albumina si trova nei semi delle piante e nei fagioli ed è una fonte di nutrimento per le piante al momento della germinazione. Si tratta di un sottoprodotto ricco di proteine che rimane come scarto dalla lavorazione di queste colture. Il progetto esplorerà nuovi modi per impiegarlo come ingrediente.

Dott.ssa Carolina González Ferrero, Spagna
La dott.ssa González Ferrero, responsabile degli ingredienti alimentari innovativi presso il Centro nazionale per la tecnologia e la sicurezza alimentare (CNTA) in Spagna, lavorerà sull’utilizzo della farina di girasole come ingrediente per l’alimentazione umana.
La farina di girasole è un sottoprodotto comune e ricco di sostanze nutritive derivante dalla produzione di olio di girasole. Attualmente viene spesso utilizzata come mangime per animali, ma con le giuste tecniche di estrazione per ottimizzarne digeribilità e gusto, potrebbe fornire ingredienti ad alto contenuto proteico per il consumo umano.
La dottoressa Ferrero collaborerà con un impianto di lavorazione dell’olio di girasole spagnolo per sviluppare un processo di questo tipo, valutarne la fattibilità economica e testare nuovi alimenti a base vegetale realizzati con le proteine del girasole.
Nuova generazione di processi di fermentazione a valle
Gli attuali metodi di lavorazione a valle delle proteine prodotte tramite fermentazione sono costosi, complessi e richiedono molte risorse. Inoltre, spesso richiedono più passaggi, riducendone così l’efficienza per le applicazioni alimentari.
È quindi necessario superare queste barriere tecniche ed economiche, riducendo l’uso delle risorse e mantenendo al contempo la funzionalità degli ingredienti e la purezza alimentare, essenziali per scalare la fermentazione di precisione nel settore alimentare.
I progetti selezionati quest’anno si concentrano su nuovi approcci alla purificazione delle proteine che offrono nuove soluzioni per ridurre l’uso delle risorse e i costi operativi in questo settore.
Dott.ssa Antoinette Kazbar, Paesi Bassi
La dott.ssa Kazbar, Assistant professor di ingegneria dei bioprocessi presso l’Università di Wageningen, intende esplorare le opportunità offerte da varietà di lieviti sottoutilizzate per la produzione di ingredienti come l’eme – in grado di migliorare il sapore e la consistenza della carne a base vegetale – utilizzando la fermentazione di precisione.
Nell’ambito di questo progetto, il suo team perfezionerà due nuovi processi, che le aziende potranno poi adattare per sviluppare questi ingredienti in modo sostenibile ed economico.

Dott. Ashkan Madadlou, Irlanda
Il dottor Madadlou, docente di Strutturazione e formulazione alimentare presso l’University College Cork, punta a migliorare l’efficienza della fermentazione di precisione migliorando i metodi per estrarre gli ingredienti prodotti dalla fermentazione alla fine del processo.
Il suo team mira anche a produrre meno rifiuti rispetto ad altri metodi, migliorando ulteriormente la sostenibilità.
Idrolizzati per la carne coltivata
Attualmente, la maggior parte degli aminoacidi utilizzati nei terreni di coltura per la produzione di carne coltivata sono prodotti utilizzando processi di fermentazione individuale, che possono essere costosi.
Gli idrolizzati – frammenti proteici ottenuti dalla scomposizione delle proteine in acqua – potrebbero essere la fonte primaria di aminoacidi per risolvere i problemi legati al costo della carne coltivata.
Gli idrolizzati proteici provenienti da varie fonti sono stati utilizzati per decenni nelle colture cellulari come integratori di aminoacidi e altri nutrienti, e sono anche comunemente utilizzati nell’alimentazione sportiva per fornire aminoacidi facilmente digeribili per la costruzione dei muscoli.
Il settore della carne coltivata avrà bisogno di ottimizzare la produzione di idrolizzati e le loro prestazioni dovranno essere valutate in dettaglio tra le specie e i tipi di cellule utilizzate nella produzione di carne coltivata.

Dott. Jake Bell, Regno Unito
Il dottor Bell, senior scientist presso Multus Biotechnology Ltd, sfrutterà le moderne tecniche di metabolomica, biologia cellulare e apprendimento automatico per valutare gli effetti degli idrolizzati vegetali sulla crescita e sulla salute delle cellule satelliti bovine, con l’obiettivo di sviluppare terreni di coltura privi di siero.
Dott.ssa Alberta Pinnola, Italia
I terreni di coltura cellulare sono ampiamente utilizzati nella produzione di carne coltivata, e una volta esausti vengono normalmente scartati come rifiuti.
La dottoressa Pinnola, professoressa associata presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia, cerca di utilizzare un metodo sostenibile per trasformare i terreni di coltura esausti in materia prima per produrre microalghe ricche di amminoacidi.
Queste possono poi essere reimmesse nella produzione di carne coltivata, migliorando la circolarità del processo e riducendone i costi e l’impronta ambientale.
Collabora con noi
Questi progetti hanno un potenziale enorme per far progredire la ricerca nel campo delle proteine alternative e accelerare la diversificazione proteica in Europa.
Le informazioni sul nostro programma di borse di studio, compresi i progetti degli anni precedenti, sono disponibili sul sito di GFI. Per informazioni sui finanziamenti alla ricerca sulle proteine alternative in Europa in generale, è possibile consultare la nostra pagina finanziamenti qui.
Il nostro lavoro, compreso il programma di borse di studio, è alimentato dalla filantropia. Per sostenere il nostro lavoro nel superare gli ostacoli principali all’adozione di proteine alternative attraverso investimenti nella ricerca e nell’innovazione open-access, unitevi oggi stesso alla nostra fantastica famiglia di donatori.
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