Nuova analisi: quanto potrebbe valere il mercato europeo della carne coltivata entro il 2050?

Una nuova analisi di Systemiq, supportata dal Good Food Institute Europe, rivela come l’industria della carne coltivata potrebbe contribuire in modo significativo all’economia dell’Unione Europea entro il 2050, se le politiche di sostegno e gli investimenti fossero adeguati.

Dieser Artikel ist hier auch auf Deutsch verfügbar. Este artículo también está disponible en español. This article is also available in English.

7 ottobre 2024

Lo studio delinea vari scenari futuri, analizzando il potenziale della carne coltivata per guidare la crescita economica, rafforzare l’export, creare posti di lavoro e promuovere lo sviluppo sostenibile, posizionando l’UE come leader globale in questo settore emergente.

  • Impatto economico: In uno scenario ambizioso supportato da politiche e investimenti, il mercato della carne coltivata nell’UE potrebbe crescere fino a raggiungere un valore di 15-80 miliardi di euro entro il 2050, grazie al consumo interno e alle esportazioni*. La crescita dell’industria della carne coltivata potrebbe contribuire all’economia annuale dell’UE per 20-85 miliardi di euro entro il 2050, di cui 40 miliardi di euro potrebbero provenire da nuove opportunità all’estero.
  • Posti di lavoro: entro il 2050, una fiorente industria delle carni coltivate potrebbe generare da 25.000 a 90.000 posti di lavoro di alta qualità nell’UE. Ogni posto di lavoro diretto nel settore ne creerebbe un altro nell’economia in generale, favorendo una forza lavoro altamente qualificata e sostenendo la resilienza economica.
  • Competitività: La consolidata esperienza dell’UE nei settori delle biotecnologie e farmaceutico offre un vantaggio strategico per la fornitura di fattori produttivi come i componenti specializzati per le colture cellulari. Sfruttando questi punti di forza, l’UE potrebbe soddisfare fino all’85% della propria domanda di questi componenti chiave e circa il 20% della domanda globale. Tuttavia, l’analisi suggerisce che l’UE potrebbe dover fare maggiore affidamento sulle importazioni per gran parte delle infrastrutture necessarie a scalare la produzione (sebbene Germania e Spagna mostrino il potenziale per soddisfare parte della domanda di fermentatori e altre tecnologie).
  • Benefici ambientali: Oltre alle opportunità economiche, l’industria della carne coltivata potrebbe anche offrire significativi vantaggi ambientali grazie al suo ruolo catalizzatore nel liberare un mercato più ampio di prodotti a base vegetale. Il rapporto stima che il settore potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino a 3,5 gigatoni entro il 2050 – fino al 17% delle emissioni totali del sistema alimentare. Potrebbe inoltre ridurre di un terzo la domanda di terreni agricoli a livello globale (1,4 miliardi di ettari) e conservare 225 milioni di metri cubi di acqua.

Lo sviluppo del settore non solo aiuterebbe a combattere il cambiamento climatico, ma contribuirebbe anche a raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare e salute pubblica dell’Unione. Tuttavia, il rapporto sottolinea la necessità di investimenti sostanziali per sbloccare questi benefici: a livello globale, il settore avrebbe bisogno di 55 miliardi di euro all’anno tra il 2024 e il 2050 per sfruttare appieno il suo potenziale, con 5 miliardi di euro necessari da parte dell’UE. Di questi, 500 milioni di euro dovrebbero provenire da finanziamenti pubblici, con una ripartizione 40/60 tra ricerca e sviluppo delle infrastrutture.

Christine Delivanis, partner e responsabile della piattaforma Nature and Food di Systemiq, ha commentato: “La nostra analisi evidenzia come le competenze europee in materia di biotecnologie e ricerca forniscano un vantaggio competitivo nelle attività più rilevanti dell’industria della carne coltivata. Facendo leva su questi punti di forza, l’UE può essere leader in questo settore in rapida evoluzione, colmando il divario rispetto ad altre regioni che stanno facendo progressi significativi in questo spazio.”

Francesca Gallelli, consulente per le relazioni istituzionali di GFI Europe, ha dichiarato: “L’UE si trova in una posizione unica per cogliere le vaste opportunità del settore delle carni coltivate, ma sbloccare questo potenziale richiede forti investimenti e da una chiara direzione politica. Con il giusto sostegno, questo settore potrebbe contribuire a guidare la crescita economica, a creare posti di lavoro e ad affermare l’Europa come leader mondiale nella produzione di alimenti sostenibili”.

L’analisi di Systemiq esamina anche il panorama globale della carne coltivata, mostrando che il mercato potrebbe crescere fino a 170-510 miliardi di euro entro il 2050. Si prevede che l’Europa rappresenti circa il 12% della domanda globale, al pari del Nord America, mentre la regione il primato spetterebbe alla regione Asia-Pacifico, con il 65% del consumo globale.*Ciò potenzialmente metterebbe la carne coltivata alla pari del mercato del pane dell’UE, che all’inizio dell’anno è stato valutato a circa 70 miliardi di euro.