Il governo britannico investe 15 milioni di sterline nel nuovo National Alternative Protein Innovation Centre (NAPIC) per commercializzare le proteine alternative
Il governo britannico ha annunciato un investimento di 15 milioni di sterline per la creazione del National Alternative Protein Innovation Centre (NAPIC), con l’obiettivo di accelerare la commercializzazione di proteine alternative e sostenere lo sviluppo di alimenti a base vegetale, coltivati o prodotti mediante fermentazione. Oltre ai fondi governativi, il progetto riceverà altri 23 milioni di sterline da partner pubblici e privati.
13 settembre 2024
Il nuovo centro avrà sede presso l’Università di Leeds e sarà co-diretto dal James Hutton Institute, dall’Università di Sheffield e dall’Imperial College di Londra. Il NAPIC si dedicherà non solo alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti alimentari e ingredienti, ma anche allo studio di come queste innovazioni possano essere integrate nelle abitudini alimentari dei consumatori. Una parte del lavoro si concentrerà anche su mangimi più sostenibili per l’acquacoltura.
Il NAPIC riunisce più di 30 ricercatori provenienti da quattro università e 120 partner internazionali, che collaboreranno con imprese, ricercatori, regolatori e investitori. La loro ricerca si focalizzerà su quattro aree principali:
- PRODUCE: sviluppo di ingredienti e prodotti alimentari con caratteristiche nutrizionali, sensoriali e funzionali ottimali, affrontando anche le preoccupazioni riguardanti i cibi ultra-processati.
- PROCESS: supporto all’espansione di tecnologie come la carne coltivata e la fermentazione di precisione, utilizzando modelli basati sull’intelligenza artificiale per aiutare i partner a portare questi prodotti sul mercato.
- PERFORM: assicurarsi che i prodotti rispettino le aspettative dei consumatori in termini di gusto, consistenza e valore nutrizionale, garantendo al contempo la salute pubblica.
- PEOPLE: promuovere l’accettazione e l’accessibilità di questi nuovi alimenti, offrendo anche opportunità di formazione e business per agricoltori e imprese britanniche.
Il Good Food Institute Europe (GFI Europe) rileva che con questo finanziamento il totale degli investimenti pubblici del Regno Unito nelle proteine alternative ha superato i 91 milioni di sterline, segno dell’impegno costante del Paese nel settore. Tra gli altri investimenti recenti, l’Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) ha finanziato il Cellular Agriculture Manufacturing Hub (CARMA) dell’Università di Bath e l’UK Research and Innovation (UKRI) ha sostenuto il Microbial Food Hub guidato dall’Imperial College di Londra.
Linus Pardoe, UK Policy Manager del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “È positivo che il governo britannico abbia fatto un altro investimento significativo nelle proteine alternative, riunendo esperti scientifici e commerciali per accelerare lo sviluppo di alimenti che possono contribuire ad aumentare la nostra sicurezza alimentare e a creare nuovi posti di lavoro. Con i consumatori e l’agricoltura al centro di una transizione verso le proteine alternative, è estremamente importante che il centro si concentri sulla garanzia che questi alimenti soddisfino le aspettative delle persone in termini di gusto, prezzo e nutrizione, oltre a consentire agli agricoltori britannici di beneficiare di nuove opportunità in questo settore in crescita”.
La professoressa Anwesha Sarkar, direttrice del progetto NAPIC presso la School of Food Science and Nutrition dell’Università di Leeds, ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto dall’UKRI, evidenziando l’importanza delle proteine alternative per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e salute globale. Ha dichiarato che il NAPIC si propone di diventare un centro di innovazione per le industrie delle proteine alternative, contribuendo alla creazione di un sistema alimentare sano, sostenibile e accessibile. Inoltre, il centro punta a creare una tabella di marcia chiara per la produzione di alimenti alternativi sicuri e sostenibili, sviluppando start-up e nuove imprese e promuovendo l’accettazione di queste innovazioni tra consumatori e produttori.