Meat-sounding per la carne vegetale: sette italiani su dieci a favore
Un nuovo sondaggio rivela che i consumatori italiani ritengono che termini come ‘hamburger’ e ‘latte’ siano appropriati per i prodotti plant-based.
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27 giugno 2024
Un nuovo sondaggio condotto da YouGov e commissionato dal Good Food Institute Europe (GFI Europe) rivela che la maggioranza dei consumatori italiani considera appropriati termini come “hamburger” e “latte” per i prodotti plant-based. Il 69% degli intervistati ritiene che questi termini siano adeguati per descrivere gli alimenti a base vegetale, mentre il 68% crede che le aziende debbano poterli utilizzare liberamente per le alternative vegetali ai prodotti di origine animale. Solo il 21% ritiene che questi termini dovrebbero essere vietati perché potrebbero confondere il consumatore.
Nel 2023 il governo italiano, senza presentare alcun dato a supporto, ha deciso di vietare i termini legati alla carne convenzionale come ‘bistecca’ o ‘salame’ per i prodotti a base di carne vegetale. Una misura che, oltre a confondere il consumatore privandolo di termini che facilitano la comprensione e l’utilizzo del prodotto, danneggia direttamente le aziende del settore plant-based.
Francesca Gallelli, consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Il nostro sondaggio è un’ulteriore conferma che i consumatori sono pienamente informati e che il divieto dei termini meat-sounding non introduce alcuna tutela necessaria, anzi è destinato a creare confusione, complicando l’accesso a prodotti che svolgono un ruolo chiave nel diversificare e rendere più sostenibile la nostra alimentazione”.
Un provvedimento simile a quello italiano che vieta il meat sounding è stato sospeso dal Consiglio di Stato francese, che ne ha messo in dubbio la legittimità nel contesto del diritto dell’UE e ha riconosciuto il danno che questa misura causerebbe alle aziende francesi del settore.
L’Italia è il terzo mercato europeo per i prodotti a base vegetale con un aumento delle vendite del 21% tra il 2020 e il 2022 e un giro d’affari che supera i 600 milioni di euro.
“La legge italiana, ad oggi inattuata e potenzialmente inapplicabile a causa della violazione della procedura TRIS, ha lasciato le aziende del settore in un limbo in cui non sanno se e quando dovranno modificare la propria strategia di marketing,” ha aggiunto Gallelli.
Il 70% degli intervistati inoltre pensa che il consumo di carne in Italia sia troppo elevato e il 60% pianifica di mangiare meno carne o non mangiarne affatto nei prossimi due anni. Dati che confermano il trend rilevato dal Centro Alimenti e Nutrizione del CREA nel 2023, secondo cui la metà degli italiani ha ridotto il consumo di carne, e dallo studio Smart Protein, che colloca i consumatori italiani ai primi posti in Europa per consumo e accettazione delle proteine vegetali. Lo stesso studio evidenzia un alto livello di fiducia nei prodotti plant-based riguardo alla sicurezza alimentare (66%), accuratezza dell’etichettatura (64%) e affidabilità (63%).
Metodologia: I dati utilizzati si basano su un sondaggio online condotto da YouGov Deutschland GmbH, al quale hanno partecipato 1046 persone in Italia tra il 12 e il 15 aprile 2024. I risultati sono stati ponderati e sono rappresentativi della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni.