Carne coltivata, l’Italia si è affrettata a votare una legge inapplicabile? La Commissione chiude la procedura TRIS

In seguito al mancato rispetto della procedura TRIS, la Commissione Europea ha chiuso la notifica italiana sul divieto di carne coltivata e di meat-sounding perché adottati prima della , valutazione europea.

L’1 febbraio

La Commissione europea ha chiuso la procedura TRIS relativa alla legge italiana che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata

La Commissione europea ha chiuso la procedura TRIS relativa alla legge italiana che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata e impedisce di usare termini come “salame” o “bistecca” per prodotti a base di proteine vegetali.

Nella sua comunicazione la Commissione annuncia che questa decisione è stata presa perché l’Italia ha violato il diritto europeo*. La direttiva infatti chiede che attraverso le procedure TRIS, agli stati membri e alla Commissione venga data la possibilità di esprimersi su un disegno di legge che potrebbe ostacolare il mercato unico europeo, prima della sua approvazione.

La vicenda del ritiro della prima notifica TRIS è nota. Così procedendo, l’Italia aveva deciso di far esaminare i divieti dall’Unione solo dopo averli fatti diventare legge il 1 dicembre 2023.

La legge è diventata così potenzialmente inapplicabile. Come ribadito dalla Commissione nella nota, tale conseguenza deriva dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE, la quale in passato ha deliberato che le leggi adottate in violazione della procedura possono essere dichiarate inapplicabili dai tribunali nazionali.

Francesca Gallelli, consulente per le relazioni istituzionali del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Fin dall’inizio il Good Food Institute ha segnalato la violazione compiuta dall’Italia, finalizzata ad adottare la legge il più presto possibile, senza rallentamenti derivanti dalla procedura TRIS. Come sottolineato dalla Commissione però, con questa mossa, l’Italia potrebbe essersi affrettata ad adottare una legge inapplicabile”. 

Il rischio che la procedura TRIS potesse rallentare l’adozione della legge era reale. I motivi per sostenere l’illegittimità della legge sono molteplici e molto preoccupanti. Imponendo divieti inutili e sproporzionati, non sono stati rispettati il principio di precauzione europeo e la Costituzione italiana. Gli stati membri e la Commissione non potevano non accorgersene. Infatti, all’interno della procedura adesso chiusa dalla Commissione, era pervenuta un’opinione dettagliata della legge da parte della Lituania, la quale aveva il potere di prolungare la procedura TRIS di altri tre mesi. 

Gallelli ha dichiarato: “Il Governo dovrebbe ora utilizzare questa finestra per un cambio di rotta. In Europa, la scorsa settimana, ha chiesto alla Commissione europea di svolgere delle consultazioni trasparenti e basate sulle evidenze scientifiche sulla carne coltivata. Lo stesso deve avvenire in Italia – questa volta prima di adottare un divieto non proporzionale e ingiustificato”.