Il Governo italiano sottrae il DDL sulla carne coltivata all’esame dell’Unione Europea: il Good Food Institute chiede il rispetto del diritto europeo
Il Governo Italiano ha sottratto all’esame dell’Unione europea il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata e impedisce di usare termini come “salame” o “bistecca” per prodotti a base di proteine vegetali.
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17 ottobre 2023
Il Governo Italiano ha sottratto all’esame dell’Unione europea il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata e impedisce di usare termini come “salame” o “bistecca” per prodotti a base di proteine vegetali. Il progetto di legge infatti, avendo un significativo impatto sul mercato interno dell’Unione, doveva essere esaminato dalla Commissione europea e dagli stati membri prima della sua adozione, attraverso la procedura chiamata TRIS.
La notifica che permetteva questo esame e avrebbe garantito il rispetto del diritto dell’Unione è stata ritirata. Secondo quanto si apprende dalla stampa, la decisione è stata presa “alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire”, e “la notifica ritirata sarà rinotificata all’esito dell’approvazione parlamentare”.
“Speriamo che il passo indietro sull’esame europeo indichi la volontà del Governo di modificare il testo del disegno di legge sulla carne coltivata, garantendo il rispetto del diritto dell’Unione” ha dichiarato Francesca Gallelli del Good Food Institute Europe.
“Solo una settimana fa, però, la maggioranza parlamentare ha bocciato in Commissione alla Camera tutte le modifiche al testo, comprese quelle che intendevano armonizzare il disegno di legge alla normativa europea, risolvendone le numerose e importanti criticità” ha aggiunto, notando inoltre che “È di pochi giorni fa un comunicato stampa ufficiale del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in cui si annunciava l’imminente approvazione finale del disegno di legge”.
“Auspichiamo che il Parlamento scongiuri l’adozione di una legge che provocherebbe una frammentazione del mercato unico europeo e ostacolerebbe la crescita sostenibile del Paese, provocando inoltre degli immediati danni alle imprese italiane del settore.” Rispetto alla strada da percorrere, Francesca Gallelli ha concluso “Seguiamo con attenzione gli sviluppi. È importante che al Parlamento venga data la possibilità di svolgere un dibattito aperto e informato, così che il disegno di legge venga modificato nel rispetto del diritto europeo. Fondamentale, inoltre, che all’Unione Europea venga data nuovamente la possibilità di esaminare il testo prima che diventi legge, come ordinato dalla normativa europea sulla procedura TRIS.”
Aggiornamento del 25 ottobre 2023
Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha risposto a due interrogazioni presentate alla Camera dei Deputati nella seduta di mercoledì 25 ottobre, le quali hanno sollevato numerose problematiche relative al ritiro del disegno di legge governativo sulla carne coltivata dalla procedura europea denominata TRIS.
Durante la discussione alla Camera, è stato evidenziato come la proposta di legge generi delle frammentazioni all’interno del mercato unico europeo. Inoltre, come evidenziato anche dalle interrogazioni di oggi, la misura mina gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Italia, in netto contrasto con le politiche di paesi come Spagna, Danimarca e Paesi Bassi, che stanno investendo nella carne vegetale e coltivata.
È stata inoltre ribadita l’importanza di permettere ai consumatori italiani di poter liberamente acquistare e consumare carne coltivata, nel momento in cui questa riceverà il via libera al consumo da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Come emerso dalle osservazioni che il GFI Europe ha presentato in risposta al disegno di legge, più della metà dei consumatori italiani ha già dichiarato di essere interessata ad acquistare carne coltivata.
Rispondendo alle interrogazioni, il Ministro ha ribadito che la decisione di ritirare la notifica è stata presa per permettere al Parlamento di completare l’esame del disegno di legge. Le Commissioni della Camera, però, avevano già bocciato tutte le modifiche proposte, e hanno trasmesso un testo invariato all’Aula, che procederà verso l’adozione finale a partire dal giorno 6 novembre.
Francesca Gallelli, consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe ha dichiarato: “Il diritto europeo chiede che, attraverso le procedure TRIS, agli stati membri e alla Commissione venga data la possibilità di esprimersi su un disegno di legge, prima della sua approvazione. Nel caso italiano, questi commenti potevano pervenire entro il 30 ottobre. Il ritiro della notifica, quindi, non può essere giustificato dall’assenza di un parere prima di questo termine, come invece suggerito dal ministro”.
Francesca Gallelli ha inoltre aggiunto: “Il diritto europeo ammette che lo stato ritiri la proposta di legge o la modifichi secondo le osservazioni ricevute. Se lo stato si rifiuta di risolvere le problematiche evidenziate, la Commissione ha il potere di bloccare la proposta di legge”.
“È fondamentale concedere al Parlamento l’opportunità di condurre un dibattito aperto e informato affinché la proposta di legge venga modificata nel rispetto del diritto europeo. Allo stesso tempo, è necessario garantire che l’Unione Europea abbia nuovamente la possibilità di esaminare il testo prima che diventi legge, in ottemperanza alle direttive europee relative alla procedura TRIS.”