Il potere della fermentazione: trasformare rifiuti e sottoprodotti in cibo sostenibile

I ricercatori utilizzano un’antica tecnologia per trasformare i sottoprodotti agricoli in oli per uso alimentare, con un processo che potrebbe ridurre le emissioni di metano, migliorare la sicurezza alimentare e produrre ingredienti essenziali in modo più sostenibile.

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2 febbraio 2023

fermentazione

Dorian Leger e Milena Ivanisevic di Connectomix Bio sono a capo di un team internazionale che sta creando un kit di strumenti che aiuterà le startup, le grandi aziende e persino i governi a comprendere e sfruttare il processo di trasformazione dei rifiuti e dei sottoprodotti in cibo. Secondo loro, esiste un enorme potenziale per utilizzare infrastrutture esistenti per scalare questo processo.

Il processo si articola in due fasi. In primo luogo,i sottoprodotti delle colture – come la lolla di mais – vengono trasformati in un gas, che potrà poi essere utilizzato per alimentare microrganismi  in un processo di fermentazione che produce lipidi. Questi possono poi essere aggiunti a carne a base vegetale e coltivata per replicare i sapori complessi della carne convenzionale.

Dorian Leger, amministratore delegato di Connectomix Bio, ha spiegato: “Ci basiamo su una tecnologia che esiste da millenni – la produzione di birra – ma le grandi differenze sono che invece di fare birra facciamo lipidi e invece di dedicare terreni per coltivare colture specifiche per questo processo, usiamo fonti rinnovabili”.

Milena Ivanisevic, responsabile scientifico del progetto presso Connectomix Bio

Milena Ivanisevic, responsabile scientifico del progetto presso Connectomix Bio, ha aggiunto: “Questo può avere importanti vantaggi ambientali. Se si lasciano rifiuti e sottoprodotti agricoli nei campi, si crea metano, che ha un potenziale di riscaldamento globale superiore a quello della CO2. Quello che stiamo facendo invece, ‘cattura’ questo gas e lo trasforma in una risorsa”.

Lavorando con un ampio gruppo di collaboratori in Europa, Stati Uniti e Israele, il team creerà una gamma di oli progettati per arricchire il sapore di prodotti proteici sostenibili, come la carne a base vegetale.

Sperimentando diversi rifiuti e sottoprodotti e diversi processi – come l’utilizzo del biogas grezzo inizialmente prodotto attraverso la digestione anaerobica per alimentare i microrganismi, o la conversione in diversi tipi di gas e liquidi – i ricercatori cercheranno di capire quale sia il più conveniente. Questi risultati saranno poi condivisi con l’industria alimentare in una prima valutazione tecnico-economica.

Milena Ivanisevic ha detto: “Lo studio esaminerà anche il potenziale di conversione del biogas in idrogeno o metanolo prima della fermentazione. Dal momento che c’è una grande differenza tra la fermentazione liquida e quella gassosa, farà luce sui pro e i contro dei diversi metodi, individuando i punti in cui gli investimenti e la ricerca saranno più vantaggiosi”.

“Riteniamo che la nostra ricerca fornisca una motivazione per l’ingresso di nuove aziende in questo spazio, in particolare per i produttori di biogas – un settore storicamente non coinvolto nella produzione alimentare”.

Dorian Leger, amministratore delegato di Connectomix Bio

Il team lussemburghese sta collaborando con la San Diego State University e Stanford negli Stati Uniti, l’Imperial College London, l’Università di Napoli Federico II, la Technical University of Denmark – DTU, il Weizmann Institute of Science in Israele, il Verschuren Centre e VNG in Canada e un gruppo di aziende attive nel settore del gas in tutta Europa.

Dorian Leger, CEO, ha aggiunto: “Ci sono molte strade diverse che possiamo prendere per arrivare al prodotto finito, quindi stiamo analizzando attentamente questo processo per capire quale sia la migliore: tutte le strade portano a Roma, ma alcune sono più lunghe e accidentate di altre”.

La dottoressa Sahar El Abbadi, ricercatrice post-dottorato a Stanford, ha dichiarato: “C’è un enorme potenziale per la produzione di biogas, soprattutto negli Stati Uniti, dove la California lo ha incentivato come fonte di produzione di carburante. Se in futuro le politiche energetiche si allontaneranno da questo tipo di produzione, avremo molte infrastrutture esistenti che potrebbero essere utilizzate a questo scopo”.

Gerd Woelbling, Senior Origination Manager del gruppo VNG, ha dichiarato: “Questa tecnologia potrebbe consentire agli allevatori di continuare a fare ciò che sanno fare bene e che fanno da secoli, ma in un modo che migliora l’efficienza e che potrebbe offrire loro nuove opportunità”.

Il progetto, della durata di un anno, è stato finanziato dal Good Food Institute (GFI) nell’ambito del suo 2022 Research Grants Programme. È stato uno degli otto progetti europei (21 a livello globale) a ricevere i finanziamenti del programma, che sostiene la ricerca innovativa ad accesso libero per lo sviluppo di proteine sostenibili. Dal momento che i finanziamenti pubblici dedicati alla ricerca e allo sviluppo di proteine alternativi sono pochi, GFI ha istituito questo programma per contribuire a colmare questa lacuna.

Seren Kell, a capo del dipartimento di scienza e tecnlogia del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Abbiamo appena scalfito la superficie di ciò che è possibile fare con la fermentazione. Per raggiungere gli obiettivi climatici e rafforzare la sicurezza alimentare, i governi dovrebbero finanziare di più la ricerca di base in questo settore.”