Per la Corte Europea gli stati membri non possono introdurre divieti di meat sounding per la carne plant-based. GFI Europe: “L’Italia deve abrogare le sue restrizioni”
La CGUE ha stabilito che il regolamento europeo tutela sufficientemente i consumatori e impedisce di vietare denominazioni usuali e descrittive, come ‘bistecca’ e ‘salsiccia’ per la carne vegetale .
4 ottobre 2024

La Corte di Giustizia Europea (CGUE) si è espressa sul decreto francese del 2021 (a cui ne è seguito uno simile nel 2024) che proibisce l’uso di termini associati alla carne convenzionale per la carne plant-based.
In seguito all’introduzione del decreto del 2023 che vieta termini come ‘bistecca’ e ‘salsiccia’ per i prodotti a base di carne vegetale, il Consiglio di Stato francese aveva deferito il caso alla Corte di Giustizia Europea per ottenere chiarimenti.
Secondo la corte “Qualora non abbia adottato delle denominazioni legali, uno Stato membro non può impedire, mediante un divieto generale ed astratto, ai produttori di alimenti a base di proteine vegetali di adempiere, mediante l’utilizzo di denominazioni usuali o di denominazioni descrittive, l’obbligo di indicare la denominazione di tali alimenti.”
Il divieto italiano di meat sounding adottato attraverso la controversa legge che blocca la produzione e la commercializzazione della carne coltivata nel Paese è quindi contrario al diritto europeo. L’articolo 3 della legge italiana, infatti vieta proprio l’uso di “denominazioni […] usuali e descrittive, riferite alla carne”.
Francesca Gallelli, responsabile per le relazioni istituzionali per il Good Food Institute Europe ha dichiarato: “Alla luce della decisione della Corte Europea di oggi, il Governo italiano deve tempestivamente rispettare l’impegno preso con il settore plant-based a rivalutare la norma, e abolire il divieto di meatsounding.”
Questa norma è stata fortemente criticata dalle aziende anche attraverso delle osservazioni fatte pervenire alla Commissione europea. Secondo gli ultimi dati Circana (Settembre 2024), questo settore in Italia vale oltre 640 milioni di euro ed è cresciuto del 16% tra il 2021 e il 2023.
Già nel 2020, il Parlamento Europeo ha respinto la proposta di vietare alle aziende di utilizzare termini come “hamburger” e “bistecca” per i prodotti a base vegetale.
Nel 2023 l’Italia ha vietato l’uso di termini legati alla carne convenzionale come ‘bistecca’ o ‘salame’ per i prodotti a base di carne vegetale. Come argomentato dalle aziende italiane produttrici che hanno risposto al questionario del Good Food Institute Europe, oltre che dalle osservazioni del settore sottoposte all’attenzione della Commissione Europea, questa restrizione, oltre a confondere il consumatore privandolo di termini che facilitano la comprensione e l’utilizzo del prodotto, danneggia direttamente le aziende plant-based.
Alla luce delle critiche sollevate dalle aziende il Governo aveva quindi annunciato di essere disposto a rivalutare il divieto al fine di non danneggiare il settore. .
Un recente sondaggio YouGov del 2024 ha rivelato che il 69% degli italiani ritiene appropriati termini come “hamburger” e “latte” per i prodotti plant-based, e il 68% crede che le aziende dovrebbero poterli utilizzare liberamente.