Iniziative contro la carne coltivata in Austria: un dibattito basato sulla disinformazione
In Austria, la carne coltivata è al centro di un acceso dibattito sia a livello federale che nei singoli Stati.
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12 aprile 2024

Alcune iniziative presentate in Austria chiedono addirittura un divieto a livello europeo delle carni coltivate, nonostante non sia stata ancora presentata alcuna domanda di autorizzazione alle autorità di regolamentazione. Tra queste iniziative troviamo risoluzioni del Parlamento della Carinzia e petizioni contro la carne coltivata nei vari Stati federali.
Come avvenuto in Italia, le iniziative contro la carne coltivata si fondano spesso su affermazioni fuorvianti riguardanti l’impatto ambientale, gli effetti sulla salute, il benessere degli animali e la struttura del mercato. Queste affermazioni sono facilmente confutabili alla luce delle evidenze scientifiche esistenti.
- Sicurezza e salute: prima di essere venduta in Austria o in qualsiasi altro paese dell’UE, la carne coltivata deve superare una rigorosa procedura di autorizzazione a livello europeo, che include una valutazione approfondita della sicurezza e del valore nutrizionale. A Singapore, dove il pollo coltivato è già autorizzato, i test hanno dimostrato che la carne coltivata è ricca di proteine, grassi insaturi salutari e minerali. Un rapporto della FAO dell’aprile 2023 ha dissipato molte preoccupazioni sulla sicurezza della carne coltivata, affermando che i potenziali rischi sulla sicurezza alimentare sono paragonabili a quelle degli alimenti convenzionali.
- Impatto ambientale: poiché la carne coltivata non è ancora prodotta su scala industriale, l’impatto ambientale può essere solo stimato. Tuttavia, un’analisi pubblicata sull’International Journal of Life Cycle Assessment svolta utilizzndo dati reali di aziende produttrici indica che la produzione di carne coltivata con energia rinnovabile potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino al 92%, l’uso del suolo fino al 90% e l’inquinamento atmosferico fino al 92%. Alcuni sostengono che la carne coltivata possa produrre più gas serra dell’allevamento convenzionale, ma queste affermazioni si basano su uno studio preliminare non sottoposto a revisione paritaria e fondato su ipotesi errate.
- Benessere degli animali: Per produrre carne coltivata, si preleva un piccolo campione di cellule da un animale e lo si pone in un fermentatore, dove le cellule si moltiplicano e crescono. Inizialmente il settore ha fatto uso del siero fetale bovino (FBS), un sottoprodotto della macellazione, ma ora molte aziende hanno dimostrato di poter produrre carne coltivata utilizzando alternative vegetali. Ad esempio, i prodotti di Good Meat e Vow, approvati a Singapore, e quello di Aleph Farms, in fase di autorizzazione in Svizzera e nel Regno Unito, sono privi di FBS.
- Struttura del mercato: La carne coltivata può essere prodotta da aziende di qualsiasi dimensione, dalle piccole startup alle grandi imprese. Attualmente, il settore è dominato da 174 piccole startup, e l’investimento pubblico in ricerca e sviluppo è fondamentale per sostenere un ecosistema diversificato.
L’opinione dei consumatori
La carne coltivata non rappresenta una minaccia per l’agricoltura tradizionale, ma piuttosto un’integrazione. Non è destinata a sostituire gli allevamenti su piccola scala, ma a soddisfare la crescente domanda globale di carne in modo sostenibile. Questo potrebbe creare nuove opportunità economiche per l’Austria, come la produzione di pesce coltivato, particolarmente interessante per un Paese senza sbocco sul mare.
Un divieto basato su presupposti ideologici inoltre non incontrerebbe il favore dell’opinione pubblica austriaca. Un sondaggio del Good Food Institute Europe, condotto da YouGov, ha rilevato che:
- Il 47% degli intervistati ritiene che l’Austria abbia bisogno di sviluppare alternative ai prodotti animali.
- Il 63% crede che la carne coltivata dovrebbe essere autorizzata se ritenuta sicura dalle autorità per la sicurezza alimentare (EFSA).
- Il 66% sostiene che la carne coltivata dovrebbe essere prodotta in Austria per sostenere l’economia nazionale.
Ivo Rzegotta, responsabile per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, afferma: “La carne coltivata offre un’opzione aggiuntiva ai consumatori attenti al clima e all’ambiente. Non si tratta di sostituire le mucche sui pascoli alpini, ma di offrire un’alternativa a forme di produzione di carne meno sostenibili e di contribuire a soddisfare la crescente domanda globale di carne.
“Queste iniziative contro la carne coltivata si basano su presupposti inesatti e sono fuorvianti per i consumatori e i politici. Per valutare realisticamente il potenziale di protezione del clima, dell’ambiente e della salute, dobbiamo allontanarci da un dibattito ideologico per passare a una discussione costruttiva e basata su dati concreti.”